Coronavirus, Spadafora illustra il nuovo dpcm per quanto riguarda gli sport di contatto. Cosa cambia alla luce delle nuove disposizioni.
Stop allo sport di contatto: cosa cambia con il dpcm del 18 ottobre. Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora prova a fare luce sulle disposizioni contenute nel nuovo dpcm, che porta una nuova stretta al mondo sportivo.
Dpcm, Spadafora sugli sport di contatto: “La squadra di una scuola calcio di giovanissimi potrà allenarsi, ma senza giocare partite”
In un post condiviso sulla propria pagina Facebook, il ministro Spadafora prova a fare chiarezza su chi potrà andare avanti (e come) e chi invece dovrà fermarsi.
“Proseguono partite e gare sportive dilettantistiche a livello regionale e nazionale, mentre per il livello provinciale, società e associazioni sportive ed enti di promozione proseguiranno gli allenamenti degli sport di squadra ma solo in forma individuale, come le squadre di serie A all’inizio della fase due. Per fare un esempio: la squadra di una scuola calcio di giovanissimi o pulcini potrà continuare ad allenarsi, ma senza giocare partite“, specifica il ministro dello Sport nel suo post Facebook.
Palestre e piscine, una settimana di controlli
Spadafora parla anche dell’altro tema caldo del confronto nato in seno al governo, quello sulle palestre e le piscine. La questione si è risolta di fatto con una sorta di ultimatum. La situazione sarà monitorata per i prossimi sette giorni, poi si deciderà se continuare a tenere aperte le strutture o se procedere con la chiusura.
“Nelle prossime ore, insieme ai rappresentanti del settore, studieremo ulteriori misure di sicurezza per una maggiore tranquillità di tutti e scongiurare possibili chiusure.
Vi rivolgo però un appello accorato: fate attenzione e rispettate al massimo le regole, in palestra come in qualsiasi altro luogo. È un momento davvero critico, non abbiamo ancora vinto la nostra guerra contro il coronavirus.
Ho combattuto per arrivare a questa scelta ma dobbiamo essere tutti consapevoli del momento difficile per il Paese, che ci deve obbligare ad un rispetto rigoroso dei protocolli“.